Musica digitale, discografici preoccupati

E’ il caso delle case discografiche.
Crescita insoddisfacente, prezzi troppo bassi, incertezze sull'evoluzione del mercato, timori di perdere il controllo del mercato. Questi infatti sono gli elementi che continuano a suscitare la preoccupazione delle case discografiche quando si tratta di musica digitale. L'occasione per discutere dell'argomento è stata offerta in questi giorni dall'apertura del Midem, l'evento per gli operatori professionali del mondo della musica che si tiene ogni anno a Cannes.Nelle interviste rilasciate a margine della fiera di settore gli accenti più preoccupati, come si apprende dalle agenzie, sono andati all'indirizzo della scarsa rilevanza che la musica digitale in quanto contenuto sta avendo nel business di settore. Chi vende musica, lo fa per spuntare profitti su altri aspetti del suo business come per esempio la Apple che lo fa per vendere iPod". L'effetto è che a fronte della indubitabile crescita di vendite di musica digitale non corrisponde un reale profitto per le case discografiche.Inevitabile l'accusa diretta ad Apple che, in quanto padrona del settore, viene giudicata una delle principali responsabili dell'attuale situazione. I manager delle case discografiche se, da una parte, attribuisce ad essa un importante contributo nell'avere frenato il dilagare della pirateria, dall'altra puntano l'indice contro il metodo seguito per raggiungere lo scopo.Nel mirino c'è la possibilità di scaricare brani singoli senza essere costretti a comprare un album, un'opzione che riduce il fatturato perché permette agli appassionati di musica di comprare solo quello che interessa. Ma al centro delle polemiche c'è anche, ovviamente, la politica dei prezzi fissi. Tutti modelli che favoriscono Apple e, anche i clienti, ma sfavoriscono le case discografiche.
Ragazzi che ne pensate? Commentate…commentate!!